Data Testata Titolo dell'articolo
17/03/1986
Il Resto del Carlino

Né vinti né vincitori ma tanta emozione

31/03/1986
Stadio
I Warriors affondano i Seamen: 28-6
31/05/1986
Il Resto del Carlino
Per il Superbowl
09/06/1986
Il Resto del Carlino
Con Williams e la squadra
16/06/1986 Il Resto del Carlino Warriors travolgenti dopo il brivido
23/06/1986 Il Resto del Carlino Più veloci dei Jets
05/07/1986 Il Resto del Carlino Superbowl a Bologna, Angeli o Guerrieri?
06/07/1986 Il Resto del Carlino Guerrieri, è scudetto
08/07/1986 Il Resto del Carlino Warriors da Imbeni

Né vinti né vincitori ma tanta emozione

Football, derby fra Warriors e Doves

Ad un certo punto quella tra Wesley Williams, freccia nera dell’attacco dei Bonfiglioli Warriors e i difensori degli Stiassi Doves campioni d’Italia, sembrava fosse diventata una questione personale. E’ stato proprio questo duello il tema dominante del primo derby della nuova stagione di football americano in Italia, coincidente con la prima giornata di campionato.
Ed il duello è finito senza vincitori, né vinti, senza l’emozione di un solo touch down, senza quella di un field goal. L’urlo di gioia è rimasto strozzato in gola alla moltitudine di appassionati accorsi alla Lunetta Gamberini in una giornata di sole.
E, a dire il vero che ha maggiormente da recriminare sono i supporters biancoblù che hanno visto i guerrieri fallire le più favorevoli occasioni per segnare. Demerito dei Warriors, allora? No, ci sentiremmo invece di elogiare la difesa biancorossa che ha sempre tenuto sotto pressione la batteria mediana munitissima dei Bonfiglioli, tanto da vincere il personalissimo match (così come è accaduto sull’altra sponda per il defensive-team guerriero).
Così si spiega lo 0 a 0 finale che, tuttavia, ha soddisfatto il pubblico. E’ vero che solo in pochissime circostanze le due squadre sono state in grado di avanzare oltre le 30 difensive avversarie, ma è anche vero che i guizzi imprevedibili di Williams e quelli del solito Pearson hanno finito per rendere la contesa emozionante fino in fondo.
Ed in tutti c’era la convinzione che uno di questi due grandissimi campioni avrebbe potuto, da un momento all’altro, trovare quel corridoio giusto, avrebbe potuto sfruttare un improvviso svarione difensivo per involarsi indisturbato a violare l’end-zone avversaria.
Così non è stato: fin dalla prima palla ci si è accorti della scarsa propensione dei guerrieri al gioco di lancio, diventato poi assoluto rifiuto (o quasi) di passing game. I dovies, dal canto loro, non sono mai riusciti a costruire alcuna possibilità offensiva, superando raramente la linea centrale delle 50 yds.
La prova di forza tra Stoll e Emery è finita in patta, il braccio di ferro è rimasto perfettamente in bilico, senza flessioni. Eppure ci sono stati almeno due momenti in cui le Colombe stavano per cedere il passo. Alla fine del primo tempo (II quarto di gioco) quando i Warriors hanno portato il loro kicker Fontana ad un field goal uscito lateralmente di poco.
Ancora più ghiotta l’occasione biancazzurra all’inizio dell’ultimo tempo, quando l’unico lancio di Fantazzini ha sorpreso la difesa, trovando Venceslai alla ricezione. Il solito Williams si è incaricato di portar palla addirittura fino alle 5 yds. Ma il field goal, da favorevolissima posizione, non è neppure stato effettuato per una scarsa intesa tra center ed holder.
Dal canto loro i Doves hanno fatto vedere all’attacco una splendida ricezione ad una mano di Diorio ed e buone sortite di Mengoli (a dire il vero un po’ pochino per un team scudettato). Allora, in una gara che ha esaltato il contenimento, elogiamo due “non personaggi” che hanno giocato assai bene. Da una parte Raimondi, rientrato nei ranghi dopo la naja, ottimo interprete del ruolo di cornerback . Dall’altra, nello stesso ruolo, il giovane Cazzola (spettacolare un suo placcaggio su Garry Pearson).
Resta da dire di un match correttissimo, in campo e fuori; il pubblico è stato grande protagonista. Un pubblico folto, appassionato che non è andato oltre a scaramucce verbali neppure tanto velenose. Piace sottolinearlo perché è davvero un vanto, questo, per il giovane football americano.
Prima della gara, che tra l’altro si è chiusa per la prima volta in parità, è stato premiato Joseph Inzinna, mediano statunitense dei primi guerrieri, artefice delle migliori stagioni biancoblù. Il pubblico degli appassionati (non solo di fede guerriera) si è stretto attorno a lui, applaudendolo calorosamente. Inzinna è stato infatti un esempio di tecnica, di intelligenza tattica, ma anche di sportività e di lealtà. Un esempio che Warriors, Doves e Towers hanno voluto sottolineare tributando giusti onori a questo giocatore che si è ritirato.

Diego Costa

I Warriors affondano i Seamen: 28-6

Warriors a valanga nel big-match con i Seamen Milano e Towers ancora una volta vicinissimi al colpaccio esterno: è il bilancio provvisorio delle squadre bolognesi nella terza di andata della serie A di football americano.
Alla Lunetta Gamberini, davanti a un pubblico meno numeroso del previsto (non più di 3000 presenti), si è rivisto del grande football: 28-6 il passivo inflitto dai Bonfiglioli Warriors ai Seamen Milano, l’altra “grande” del girone nord assieme a Doves e Warriors.
Sembrava nuovamente di vedere i Warriors di due anni fa, quelli che nei playoff per arrivare al Superbowl di Genova stroncavano Frogs e Rams: poca fantasia, forse, ma idee chiarissime e punteggio più che mai eloquente sulle forze sul divario di forze viste in campo. Difesa-murofisica ed efficace, attacco-rullo, incontenibile sulla terra: sono le armi semplicissime con le quali i bolognesi hanno piegato fin dall’inizio la resistenza del team guidato da Roger Greiger (quanti applausi per l’ex coach guerriero!), che si è dannato inutilmente per cercare di trovare una soluzione al suo problema. L’attacco milanese le ha provate un po’ tutte, ma anche con un grandissimo Coppa in regia contro la difesa Bonfiglioli non c’è nulla da fare per nessuno, mentre la difesa milanese è apparsa incapace di fermare le corse di Williams (3 touchdown e 170 yards di guadagno per il negretto numero 22) e Longhi. Il match, forse un po’ troppo nervoso, ha avuto storia solo nel primo primo tempo: 14-0 e poi 14-6 con il primo TD stagionale subito dalla difesa Warriors.

Enrico Schiavina

Per il Superbowl

Ecco le possibili rivali di Doves e Warriors nella strada verso lo scudetto del football

Una pausa di una settimana e poi via: il football si tufferà nell’incognita dei play-off, le finali del campionato che in questo sport, come in nessun altra disciplina, rappresentano un vero terno al lotto.
Quest’anno Stiassi Doves e Bonfiglioli Warriors hanno staccato nuovamente il biglietto per la ‘fiera dei sogni’. Tutto secondo copione, direte; infatti le nostre formazioni di punta ci hanno abituato a non fallire mai questo appuntamento. Tutte e due le squadre sono accomunate da un singolare destino. Infatti fallirono, in tempi diversi, la qualificazione alla loro prima stagione Aifa, per poi non mancare più a questa importante scadenza.
Bologna è poi una abituèe del Superbowl: negli ultimi tre anni è sempre stata presente, per due volte con i Warriors (’83 e ’84) decretando campioni d’Italia gli Stiassi nel 1985. Quest’anno i Doves sembrano destinati ad una nuova puntata in finale. Facendo gli scongiuri, naturalmente, i ragazzi di Emery, giunti primi nel loro girone, disputeranno tutti i turni dei play-off in casa: esordiranno il 7 giugno ricevendo gli Squali Genova (per la prima volta avversari di una bolognese), nei quarti avranno la visita della vincente tra 3M Angels Pesaro e Falchi by Severi Modena (potrebbe dunque ripetersi la sfida-scudetto di Padova ’85); infine, in semifinale, il pronostico sembra avvalorare una visita ai biancorossi dei Grizzlies Roma o di una squadra milanese (Seamen o Rhinos.
Nella parte bassa del tabellone i Bonfiglioli Warriors sono attesi ad una prova più difficile: dopo l’esordio casalingo, nel pomeriggio del 7 giugno (presumibilmente), contro i Gladiatori Roma, i “guerrieri” disputeranno certamente i quarti e semifinali in trasferta. Questo se i pronostici verranno rispettati: infatti i biancoblù se la dovranno vedere con i Geron Panthers, a Parma, nei quarti e trovare i Frogs di Busto Arsizio (ma attenzione ai Jets Bolzano!) in semifinale.
Un eventuale match allo Speroni di Busto porterebbe alla memoria l’epica qualificazione degli allora Effer Warriors nei quarti una grande impresa firmata nel 1983 (27 a 6 il finale).
Il Superbowl, quest’anno al Dall’Ara di Bologna, è previsto per il 5 luglio: sono già in vendita in città i biglietti, come ci informa l’Harvey studio di Alfonso Velez. La prevendita in questi punti: Lunetta Gamberini, Palasport, Stadio Comunale, AB Tabaccheria (Stazione Centrale) e Jumbo Cartoleria

Diego Costa

Con Williams e la squadra

La larga vittoria (56-6) dei Warriors sui Gladiatori firmata da un collettivo entrato nel clima rovente dei playoff

Il popolo guerriero ha scandito il ritmo: e i Bonfiglioli Warriors lo hanno accontentato superando largamente i Gladiatori Roma e accingendosi a incontrare la vincente di Panthers – Vikings. I biancoblù si sono imposti con l’emblematico 56-6, frutto di un assoluto dominio… con passerella finale. E, come ormai è costume guerriero per questa stagione ci ha pensato Wes Williams, a mò di proiettile a penetrare nella difesa avversaria e ad aprire una ferita che i generosi romani non sono stati capaci di rimarginare.
Nel primo tempo i Gladiatori hanno decorosamente tenuto il campo, con il buon cartellino personale di Lo Prencipe e l’abilità in ricezione degli apprezzabili Giambelli e Sperindè. Poi, subentrata la sfiducia e la stanchezza non c’è più stato nulla da fare. I Warriors hanno offerto una prestazione “polemica”. A chi li aveva definiti troppo Williams-dipendenti, a che aveva considerato Stanzani la grande delusione dell’86 hanno risposto a tono, mandando in td un po’ tutti, valorizzando in particolare le grandi doti di duttilità e saggezza tattica dell’ex Falco.
Lo score, come già detto, lo ha aperto Williams e Fontana ha centrato i pali, Di lì a poco toccava a Fantazzini, il qb, a sfruttare furbescamente una colossale ingenuità ospite per chiudere il quarto sul 13 a 0. Nel secondo, Williams dava spettacolo: 27 yds di slalom tra gli avversari fino al tc, quindi uno splendido assist per Aldo Stanzani, lontano 35 yds, imbeccato in end zone scatenavano il tripudio della folla.
Nella ripresa Wes restava a bordo campo. Il tempo si chiudeva coi 2 punti addizionali di Paolo Fantazzini. Dopo il riposo, sul 27 a 0 Mandreoli forniva un saggio delle sue caratteristiche, una prepotente corsa di 48 yds, poi un’altra di una ventina, che fruttava altri 6 punti. Lo scatenato “Taz” Fantazzini trasformava alla mano. A questo punto il match pareva concluso: invece no, spazio alle seconde linee e ancora spettacolo, ancora di più: c’era il tempo di vedere all’opera Sandro De Caro, ricevitore dalle ottime mani e da un passato calcistico di ottimo livello (2 touch down per lui) poi era il bravo lb Bini a intercettare Lo Prencipe e a segnare; quindi era il full-back Scorzoni a ottenere una trasformazione da 2 punti, non facile. Il tutto intramezzato dal meritato td dell’onore dei Gladiatori, sfornato dall’accoppiata Lo Prencipe e Malpica e siglato dall’amercano di origine portoricana.
Nel Gladiatori, tuttavia, al di là dell’estenuante lavoro di tamponamento di Mobley, ci sono piaciuti gli italiani. Un sintomo incoraggiante per il futuro. Nello zibaldone degli elogi finali vanno mescolati cornerbacks (Cornia e Cazzola, un intercetto ciascuno) a linebackers (Accorsi ha a sua volta intercettato), returners (irresistibile Stanzani in questa azione così coraggiosa e spettacolare) e giovani attaccanti (ancora sugli scudi “Panino” Danielli, qb da 3 su 3 a soli 16 anni, “esplosivo” in vitalità il giovanissimo Massimiliano Mengoli). Ci piace ricordare il ritorno di Giacomo De Angelis e la sincronia del kicking team capace di conquistare ripetutamente il pallone. Unico neo, qualche incomprensione tra center e Qb, qb e runner che ha provocato qualche fumble di troppo.

Diego Costa

Warriors travolgenti dopo il brivido


Un brivido iniziale sul 7-0 per i Panthers, poi il solito show dei Bonfiglioli Warriors che anche a Parma sono passati nettamente (41-7) con il piglio di chi vuole arrivare a rigiocare lo scudetto del Superbowl. Non c’è stato nemmeno bisogno dei touch down di Williams (rimasto a secco ma autore di due asist vincenti) per riprendere e sorpassare i padroni di casa: Stanzani (3 “mete” delle quali una su rigore da 95 yards), Galletti, Fantazzini e Mandreoli (una a testa) hanno spazzato via le resistenze dei Panthers in una partita anche bella tecnicamente e che ha avuto come ciliegina anche un bel gioco aereo (3 td sono giunti su passaggio): Sabato prossimo alla Lunetta i Warriors cercheranno un nuovo passaporto per la finalissima: avversari i Jets Bolzano in un match dall’orario ancora incerto per esigenze “mundial”.

Più veloci dei Jets

Travolgendo Bolzano i Warriors conquistano la finale
L’americano Williams ha corso per oltre 250 yards

Per il quarto anno consecutivo Bologna giocherà il Superbowl di football americano e,per la terza volta, toccherà ai Bonfiglioli Warriors difendere i colori cittadini. Il terzo attacco al Tricolore della formazione biancoblù sorge all’indomani di una strepitosa prova collettiva in semifinale. I guerrieri, infatti, riducono i fortissimi Jets Bolzano ad… alianti stroncandoli con un severo 42 a 13. Quarantadue punti frutto di un gioco offensivo straripante, quarantadue punti già raccolti alla fine del terzo tempo. Lo sportivissimo Panfili, presidente dei Jets, alla fine, ha riconosciuto i meriti dei Bonfiglioli: “Anche se i Jets avessero disputato una partita come a Busto Arsizio – dice Panfili – il risultato sarebbe cambiato di poco. Ho visto i miei ragazzi sotto tono ma un’imbattibile avversaria”.
La partita è vissuta solamente nel primo quarto: trascinati da un pubblico a lezione di…canto (un pubblico che merita decisamente il Superbowl) i Warriors hanno subito segnato con Wes Williams trasformando con Fontana, dopo che la difesa aveva ricoperto un fumble. I Jets replicavano con una lunga corsa di Bulluck (una sessantina di yds.) per il 7 a 7. Il drive successivo, tuttavia, restituiva ai guerrieri subito il vantaggio. Ancora Williams, infatti, sfuggiva alla sua maniera alla difesa biancorossa, resisteva a tre contatti e, con 61 yds. di volata vincente, faceva il 14 a 7 (grazie al punto addizionale di una Fontana in “odore di perfezione”). Il tempo si chiudeva con il primo td di un Vernon Hardgreaves (schierato full-back nel momento delle “maniere forti”) e con un brivido: allo scadere infatti Williams si abbatteva a pochi centimetri dalla end zone avversaria e restava inerme. Ma si trattava solo di crampi. Sul 21 a 7, dopo il riposo, c’era da attendersi la reazione ospite: la stessa sfociava in un lunghissimo kick off return annullato per un fallo, I guerrieri, già efficienti e credibili in precedenza, dovevano offrire il meglio di sé: ancora Hardgreaves violava l’end zone dopo un numero di alta acrobazia di Williams. Poi si scatenava Mandreoli: il n.21, infatti segnava 2 td personali di seguito, il primo 34 yds involandosi all’americana (finte e cambi di direzione) mettendo in fila tutti i difensori ospiti. Tutto ciò sottintende il grande lavoro di una linea d’attacco per nulla intimorita dalla stazza dei bolzanini e quello di una di difesa attenta ed eccellente in ogni reparto.
Ai Jets va riconosciuta una condotta di gara pulita, senza eccessi di nervosismo, anche quando il divario s’era fatto incolmabile. Ed anche la giovanile guerriera, nel finale, pur non andando a segno, ha potuto raccogliere gli applausi di una folla in delirio.
Le cifre parlano di Warriors da record: hanno conquistato 30 first downs (primato assoluto nella loro storia, il precedente era di 26 contro i Gladiatori) 25 grazie alle corse, 4 su penalità e uno su passaggio. Williams ha fatto registrare l’incredibilie record personale di 259 yds. in 25 portate. Ampiamente ritoccato anche il record di squadra di yds. su corsa, con un complessivo di 482 yds. (Minimax Mengoli ha chiuso con 82 yds., Mandreoli con 70; Longhi con 38). Anche per Fabiano Fontana, grande interprete dei punt, un record: quello del calcio di allontanamento più lungo, con 65 yds, nei suoi tentativi.
Negli elogi vanno comunque accomunati tanti altri giocatori: un Camillo Cornia capace di intercettare e anche di raddoppiare Hardgreaves nei placcaggi; un Daniele Marchi scintillante negli special teams di contenimento (2 placcaggi perfetti sono suoi). Non c’è dunque reparto che abbia fallito la prova.
Warriors approdano al Superbowl dopo un irresistibile ruolino di marcia che ha loro permesso di segnare 139 punti in tre partite (subendone 26). A fine gara Clementino Bonfiglioli, visibilmente commosso ha confermato il suo abbinamento pubblicitario anche per la stagione ’87: ”Avevo fatto questa promessa ai ragazzi – ha detto Bonfiglioli – hanno raggiunto la finalissima ed è mio costume mantenere gli impegni presi”.
Il 5 luglio, per il Superbowl al Dall’Ara i Warriors affronteranno i temibili Angels di Pesaro: mai come questa volta, però, l’apoteosi dei guerrieri è stata a portata di mano.

Diego Costa

Superbowl a Bologna, Angeli o Guerrieri?

BOLOGNA – Questa mattina i protagonisti del sesto Superbowl, in programma stasera tra Bonfiglioli Warriors e 3 M Angels Pesaro alla stadio Renato Dall’Ara (ore 20,30) saranno ricevuti in Sala Rossa dal sindaco di Bologna Renzo Imbeni.
Sarà il primo atto ufficiale del loro “giorno più lungo”, che culminerà con la sfida-scudetto. Ieri intanto L’Harvey studio e l’ufficio stampa hanno fatto miracoli per contenere l’ondata di richieste, di accrediti, c he sono giunti da tutta Italia. Mentre le previsioni e le… scommesse (ma solo a base di “bevute”) si sprecano, il match resta equilibrato, così come i precedenti stanno a ricordare. Fino ad oggi Warriors ed Angels hanno dato vita a 5 incontri ufficiali. Un pareggio e due vittorie a testa sono la prova di un match che è sempre rimasto in bilico, senza eleggere quella reginetta che, invece, uscirà dal cilindro questa sera.
Ma vediamo quali sono i duelli principali che infiammeranno il Superbowl.
Attacco Warriors – difesa Angels. E’ uno dei cardini essenziali del match: la difesa adriatica ha dimostrato proprio a Bologna, contro gli scudettati Doves di non temere alcun avversario, soprattutto sulle corse: Garry Pearson, lo straordinario yankee dei Doves, pur segnando due lunghi e splendidi td, non ha brillato come in altre circostanze.
“Al Superbowl di Padova – ha dichiarato l’altra sera Jerry Douglas, il coach pesarese – ho fatto l’errore di occuparmi di un’intera squadra e non di un uomo solo: così Pearson ci punì, disputando una prova incredibile. Quest’anno non voglio ripetermi: tutti contro Williams sarà la parola d’ordine anche se ho estremo rispetto di tutta la squadra biancoblù”.
Un po’ di pre-tattica non fa mai male: ma Douglas ha messo il dito sulla piaga. Williams è un autentico fuoriclasse, sarà certamente il bersaglio primo della munita retroguardia adriatica. Lo scontro tra i mediani – guerrieri (Williams, Longhi, Mandreoli, Mengoli) e i “piloni” – Angels (Moscatelli, Tombari) sarà al centro della gara.
I guerrieri tuttavia potrebbero sfruttare l’arma dei lanci: le statistiche parlano infatti di un backfield di difesa non propriamente “impermeabile” da parte degli Angels. E l’accoppiata Stanzani – Williams, con l’americano in veste di passatore, ha dato in precedenza grosse soddisfazioni ai bolognesi.
ttacco Angels – difesa Warriors. Anche sull’altro fronte protagoniste sono principalmente le corse: e due gli artefici primi dell’ascesa degli Angeli. Fa piacere rilevare come sia stato un italiano, Maurizio Marotti, a mettersi in questo caso più in luce di un fuoriclasse americano: ci riferiamo a Scott Swallow, da (quasi) sempre nocchiero dell’armata marchigiana. Douglas parla con giustificata soddisfazione di una squadra che, senza fronzoli, è capace di guadagnare 4 yds a tentativo, non sbaglia quasi mai i meccanismi, così da ottenere il first down ogni tre azioni
Special teams. Un ultimo brevissimo commento nei confronti delle squadre speciali: il Superbowl potrebbe riservare grosse soddisfazioni a due squadre ben rappresentate anche in questo settore di gioco.

Diego Costa

Guerrieri, è scudetto

Football, i Warriors battono gli Angels e vincono il Superbowl.
Pubblico- record al Dall’Ara: 21.500

Battendo gli Angels Pesaro per 18 a 8 i Bonfiglioli Warriors Bologna si sono laureati campioni d’Italia di football americano per il 1986. Di fronte alla folla record di 21.500 spettatori, 4500 ingressi omaggio e 17000 paganti, i guerrieri di Bologna hanno facilmente avuto la meglio sui rivali pesaresi. Solo nell’ultimo quarto l’impennata di orgoglio degli Angels ha fruttato uno spettacolare td. Ma fino a quel momento, se la difesa adriatica aveva contenuto il forte attacco bolognese, limitando il passivo, l’attacco non era riuscito a scardinare i piani difensivi di Hardgreaves e compagni.
Come avviene sovente, è stata la difesa a dare la differenza. Per i Warriors è questo il coronamento di un lungo inseguimento. E’ l’avverarsi di un sogno lungo quattro anni. Dati per spacciati già la scorsa stagione, hanno saputo ricaricare le batterie grazie all’umanità di Galvin Stoll, hanno saputo trarre giovamento dal bel successo conseguito dagli Stiassi Doves a Padova e si sono presto rifatti. Gli Angels, dal canto loro escono ancora a testa alta dalla sfida – scudetto. Non è una magra consolazione per una squadra che rappresenta l’essenza di questo sport, la compattezza, l’amicizia, l’unità.
Così, nella logica di uno sport di contatto che ha confermato anche sugli spalti una sportività che non ha pari nelle altre discipline, gli Angels hanno accettato la sconfitta: da uomini, ammettendo – come ha fatto il coach Douglas – i propri errori. Errori che, in passato, anche i Warriors, oggi festeggiati campioni, hanno commesso. La partita non è stata bella, non ha avuto momenti di estrema intensità. Ma è difficile che un Superbowl possa anche essere spettacolare. E’ difficile che lo sia quando in campo ci sono formazioni che conoscono l’amarezza della sconfitta all’ultimo scoglio. Nel primo quarto, forse la svolta: gli Angels, caricati da un tifo caldo da parte della tifoseria (numerosa) non bolognese, si facevano sfuggire il pallone, con il pur bravo Swallow a 10 yds. dall’end zone avversaria. A quel punto entrava l’attacco Warriors che, macinando il solito gioco fatto di corse, sfruttando pure il nervosissimo avversario riusciva dopo otto primi tentativi conquistati a violare con il folletto Williams (giudicato alla fine miglior giocatore dell’incontro) la linea di fondo.
6 a 0. A quel punto non c’era più storia: gli Angels non riuscivano a reagire, sembravano l’ombra di sè stessi. Ci provava un generoso Pippi Moscatelli a dare la carica, in difesa, tenendo su il reparto (e finendo votato quale miglior difensore) in attacco, persino tentando impossibili corse su finta di calcio di allontanamento. Ma era inutile.
Nel III tempo Hardgreaves siglava un td personale in percussione e l’apoteosi biancoblù era rivniata di qualche minuto, quando Williams pescava Stanzani in end zona per il 18 a 0.
Duri a morire, gli Angels si ricordavano di essere proverbiali per il carattere: e dopo un drive spettacolare, fatto di lanci, Dragomanni Meyer per il td della bandiera. Marotti trasformava alla mano. Ma era troppo tardi. I sogno lungo quattro anni si concretizzava. Per gli Angels, come ha detto Douglas si ricomincia da zero l’anno prossimo. Con un motivo in più, oggi, per essere presenti all’ultimo appuntamento.

Diego Costa

Warriors da Imbeni

Finalmente Bologna festeggia un tricolore e lo fa nella maniera tradizionale, con il ricevimento in Comune. Domani, infatti, il sindaco Imbeni e l’assessore allo sport Pizzirani ,incontreranno nella sala Rossa i Bonfiglioli Warriors vincitori del 6° Superbowl, cioè della finalissima del campionato di football americano.